martedì 4 aprile 2017

The Development

Erano passati oramai mesi dall'ultima volta che il Paese delle Meraviglie aveva visto Alice, tutto procedeva come regola, tutto diversamente normale e pazzamente illogico. Una sola cosa era cambiata, Alice aveva lasciato un solo solco in quel mondo incantato : Il Cappellaio!
Era così vuoto e solo dopo la sua partenza che il Paese delle meraviglie gli sembrava tutto d'un tratto un semplice quadro di un artista astratto. Una miscela di colori e suoni senza senso, rumorosi, fastidiosi.
Passava le giornate sulle solite colline Pensidea, dove crescevano alberi a forma di nuvolette da fumetti, il quale concretizzavano i suoi pensieri così che, ogni volta che voleva, poteva rivedere la sua Alice.
Era pazzodì, il giorno più bello della settifolle, il giorno preferito dal Cappellaio. Il giorno in cui il suo lato migliore usciva e molto spesso lo usava per far sorridere Alice, ma triste a dirsi, Lui era troppo affranto per poter essere gioifelice. I suoi amici se ne accorsero e preoccupati andarono da lui. Non potevano accettare il fatto che la persona più folle del Paese delle Meraviglie fosse triste, riecheggiava la normalità! Così spinti dal senso di amicizia più puro e svitato andarono da Cappellaio. "Io so perché siete qui! Andatevene.." - disse subito il Cappellaio appena li vide - "Non puoi mica liqui-cacciarci! Noi siamo tuoi folliamici, siamo preoccupati per te" - ribatté subito il Bianconiglio. "È che.." - con volto contriso bisbigliò il Cappellaio - "...Come pensi di poter scappare da ciò che è dentro la tua testa?" - continuò lo Stregatto. Cappellaio alzò lo sguardo e con occhioni grandissimi guardò il micio dai poteri al quanto bizzarri e si sentì per la prima volta dopo tanto tempo capito. Di colpo, dal cielo arrivò il bellissimo Brucaliffo, oramai tramutato in farfalla. Notando il malumore del Cappellaio chiese:"Chi sei tu?" - a ciò il Cappellaio rispose annoiato - "Brucaliffo ti conosco da quando eri una larva, che domande fai, sai benissimo chi sono!" - "Si, è vero, ti conosco da sempre, allora sai cosa ti dico? Parti e trova Alice nel Mondo Noiontevole." (Alice lo chiamava così, "Noiontevole", un mix tra noioso e spaventevole.) Il Cappellaio guardò perplesso il Brucaliffo e esclamò: "Solo un matto andrebbe a cercare Alice in quel posto orrendevole." - e (sorridendo) urlò - "Io sono nato matto! Grazie Brucaliffo." Così parti alla volta della porta di uscita dal Paese delle meraviglie. Una volta trovata l'apri, fece un bel respiro e *puff, si trovava dove Alice aveva sempre vissuto.
Che brutto posto, così diverso dal suo mondo. Grigio, cupo, persone tutte uguali e noiosamente noiose, ma a lui non interessava. A lui premeva trovare Alice e dirgli che era pazzo, ma pazzo di lei!
Si ricordò di alcuni luoghi in cui Alice era solita andare, e li visitò uno per uno senza ottenere nessun risultato. Di Alice non c'era traccia.
Improvvisamente ,ecco, un negozio di dolci, un negozio chiamato Il Paese delle Dolciviglie. Sapeva che solo Alice poteva avere quella fantasia. Sapeva che solo la sua Alice avrebbe potuto dare così tanto colore in un mondo così cupo. Così gioiallegroso com'era si affacciò alla vetrina per dare un occhiata e, ahimè, Alice era tra le braccia di un altro uomo. Questo era bello, dal fisico ben piazzato. Aveva lo sguardo gentile e Alice sembrava essere felice. Il Cappellaio guardò la vetrina e vide il suo riflesso. Si toccò i suoi vestiti e amareggiato pensò:"Sono vecchi stracci!" Era deluso. Mai nella sua vita si sentì così male. Non conosceva nemmeno quel sentimento.
Così rimase a guardare fuori la vetrina per un po, cercando di incrociare lo sguardo di Alice ma, era come se non esistesse. Cominciò anche a piovere e come se non bastasse dagli altoparlanti della città venne trasmessa una canzone che diceva: "Sei bella, è vero. Ho visto la tua faccia in un posto affollato, E non so cosa fare, perchè non starò mai con te."
Era tornato alla situazione iniziale. Triste e solo ma in un mondo sconosciuto, dove non c'erano amici, ma solo estranei. Così inzuppato fradicio, prese la sua penna e scrisse sul suo diario: "Pazzo è chi ama senza la certezza di essere amati. Folle è chi rinuncia all'amore per paura di essere rifiutati."


-Madhatter-

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